Operazione “Spiagge pulite” con i ragazzi dell'AIAS

Anche i ragazzi e le ragazze dell'AIAS di Melfi-Matera hanno dato il proprio contributo a ripulire le spiagge, purtroppo cosparse da rifiuti di ogni genere. L'iniziativa si è svolta il 27, 28 e 29 maggio scorsi in occasione dell'edizione 2016 della campagna di Legambiente dal titolo “Spiagge e fondali puliti”, realizzata ogni anno per liberare in tutta Italia le spiagge e i fondali dai rifiuti abbandonati.

In Basilicata sono state interessate  anche le spiagge ioniche ed in particolare il Lido Onda Libera di Scanzano (MT), dove  i ragazzi del Centro di Riabilitazione AIAS di Matera, armati di buona volontà e rastrelli,  sono stati attori protagonisti nella raccolta differenziata dei rifiuti.

Un tappeto multicolore verde, bianco, azzurro e rosa di rifiuti. È quello che si trova su molte spiagge italiane, dove al posto delle conchiglie a farla da padrone sono rifiuti spiaggiati o gettati consapevolmente, di ogni forma, genere, dimensione e colore come bottiglie, mozziconi di sigarette, calcinacci, stoviglie usa e getta, e poi tanti bastoncini di plastica colorata, ciò che rimane dei cotton fioc che passati dal water arrivano in mare e sulla spiaggia

Ogni anno, prima dell'estate, un esercito pacifico di volontari armati di sacchi, guanti e rastrelli, s'incontra lungo le coste del Belpaese per liberare le spiagge e i fondali dai rifiuti abbandonati. Un gesto di civiltà e partecipazione che vuole far sprofondare nella vergogna chi, abbandonando impunemente rifiuti di ogni tipo sulla spiaggia o in fondo al mare, offende le nostre bellissime spiagge.

L’iniziativa ha visto lavorare insieme i volontari di Legambiente Basilicata, la UISP, Libera Basilicata, la cooperativa Onda Libera, i ragazzi dell’AIAS di Matera, in particolare gli “ sportivi” della Pegaso AIAS MATERA: Mariella, Vincenzo, Lucia, Sergio, Tonino, Marisa, Giuseppe, Gianni, Filippo, Felice, accompagnati dai terapisti Alfonso Quagliarella, Angelo Colucci, l’educatrice Tiziana Antezza, Paolo Petragallo, Pino Montemurro con Gabriella Savino.

“Il coinvolgimento della nostra Associazione ad iniziative del genere, non è affatto una cosa insolita – afferma  la responsabile dell’AIAS di Matera, Gabriella Savino – in realtà, sono varie le iniziative e le sinergie che da tempo la nostra Associazione porta avanti in rete con il territorio. Questo progetto delle “Spiagge e fondali puliti” corona un percorso già da tempo portato avanti nel nostro Centro dal terapista Alfonso Quagliarella con le educatrici, che hanno lavorato con i nostri ragazzi sul ciclo dei rifiuti e sulla raccolta differenziata. E’ stato un importante momento di insegnamento anche per noi operatori oltre che per i nostri ragazzi, che ci ha permesso di realizzare un gesto d’amore e di partecipazione collettiva alla tutela del nostro territorio”.

Mariella Sabia di  Legambiente Basilicata ha prima di tutto illustrato ai ragazzi presenti i dati riportati da Legambiente Italia:“Il problema dei rifiuti spiaggiati e di quelli in mare rappresenta la punta dell’iceberg di un problema molto più complesso che deve essere affrontato al più presto. Milioni di tonnellate di rifiuti finiscono nei mari del mondo ogni anno. Di questi, circa il 70% affonda, il 15%  galleggia in superficie e un altro 15% resta nella colonna d’acqua” ha spiegato. “A guidare, invece, la top ten dei rifiuti spiaggiati più trovati sono tre piccoli ma pericolosi oggetti: al primo posto ci sono i pezzi di plastica e polistirolo (22,3%), di dimensioni inferiori ai 50 cm, che costituiscono quasi un quarto dei rifiuti trovati – ha proseguito la responsabile di Legambiente Basilicata – Secondo posto per i cotton fioc (13,2%), diretta conseguenza della scorretta abitudine di 'smaltire' questi rifiuti gettandoli nel wc e dell'inefficacia degli impianti di depurazione. Terzo posto in classifica per i mozziconi di sigaretta (7,9%). Seguono nella top ten: tappi e coperchi in plastica e metallo (7,8%), bottiglie di plastica per bevande (7,5%), reti da pesca e acquacoltura (3,7%), stoviglie usa e getta di plastica (3,5%), materiale da costruzione (2,3%), bottiglie di vetro e pezzi (1,9%) e bottiglie e contenitori di detergenti (1,8%). Rifiuti che fanno male all’ambiente, alla fauna, all’economia e al turismo. Tartarughe marine, uccelli e mammiferi marini possono restare intrappolati nelle reti da pesca e negli attrezzi di cattura professionale oppure morire per soffocamento dovuto all’ingestione accidentale di rifiuti (in particolare buste di plastica) scambiati per cibo”.

La scelta del Lido Onda libera non è stata casuale – ha spiegato Margherita Danzi di Libera Basilicata – in quanto essendo un bene confiscato alla mafia, l’iniziativa ha assunto il significato simbolico di pulizia dell’ambiente da ogni forma di inquinamento, anche quella mafiosa”.

E’ stata l’occasione per  discutere di ambiente ma anche di  legalità, per condividere una merenda equa e solidale, con prodotti biologici, ed infine giocare con i classici giochi da spiaggia: bocce, castelli di sabbia, salto in lungo, tamburelli, tornei di biglie.

Una giornata molto utile, dunque, per far riflettere i cittadini su che cosa vuol dire abbandonare i rifiuti sulle spiagge e per dare il giusto valore ad un bene che troppo spesso maltrattiamo. Non dimentichiamo che per contrastare l’abbandono selvaggio dei rifiuti, è indispensabile un impegno comune con il coinvolgimento delle amministrazioni e di tutti i cittadini.

E’ necessario pensare anche ai nostri gesti quotidiani, come gettare rifiuti liquidi inquinanti negli scarichi del water o nei tombini, o gettare pannolini o cottonfioc nel water, lasciare sulle spiagge materiale di vario genere, magari dopo un picnic, o sulle sponde dei fiumi. Considerando che ancora oggi molte città non dispongono di sistemi di depurazione, tutti i rifiuti finiscono prima nei fiumi e poi direttamente in mare, è fondamentale dunque impegnarsi e migliorarsi, riciclando il più possibile e conferendo i rifiuti ingombranti ed inquinanti negli “eco-centri”.

La spiaggia e il mare sono uno straordinario  bene comune da proteggere, e non una discarica a cielo aperto.