“Grest Coraggio”, porte aperte alla diversità

Papa Francesco, celebrando il giubileo degli ammalati, ha detto: “Tutti siamo diversi, non ce n’è uno uguale all’altro. La disabilità è ricchezza, la Chiesa accolga tutti o chiuda le porte”. Il pensiero del Santo Padre mi è da sempre appartenuto, ho sempre sognato di potere avvicinare il mondo dei “normodotati” con quello dei disabili, favorire la socializzazione, e contribuire a creare le basi per una concreta integrazione dei due mondi. Ogni volta che pensavo a qualcosa per avvicinare il mondo “esterno” all’AIAS questo avrebbe intaccato le finanze sempre molto scarse del nostro bilancio, e ho sempre dovuto arrendermi all’idea, con mio grande disappunto.

E' il racconto del Presidente dell'AIAS di Piazza Armerina, Lorenzo Naso, che racconta il percorso che ha portato ad organizzare un Grest per ragazzi “normodotati” all'interno della struttura AIAS. L’idea è nata quasi per caso ed è venuta a Giusy La Morella, membro del Direttivo della Sezione. Di recente infatti l'AIAS armerina ha avuto assegnata una struttura che si trova nel centro della città. L’idea, inizialmente bizzarra e stravagante, viene poi presa sul serio, e comincia a prendere forma. Immediatamente la task force si raduna e in brevissimo tempo redige un piano per la creazione del primo Centro ricreativo per ragazzi normodotati all’interno di un Centro per ragazzi disabili. Un'impresa comunque non facile.

Giusy La Morella con Alessandra Fasanaro, direttrice e responsabile del Centro ricreativo, sviluppano il programma del Grest ormai ribattezzato “Grest Coraggio” e vengono utilizzati i classici canali divulgativi per la promozione e potere raccogliere le adesioni. L’idea iniziale prevedeva l’accoglienza di 30 ragazzi, dopo solo 10 giorni dal momento della divulgazione del programma l'AIAS è stata costretta a chiudere le iscrizioni, poiché si era arrivati ad un numero ben al di sopra di ogni più rosea aspettativa, 90 iscritti!

Si parte dunque, il 27 giugno. Ma le difficoltà e gli ostacoli non tardano ad arrivare, e sono gli ostacoli dei pregiudizi. I primissimi giorni sono stati i più difficili, vista la responsabilità di un Centro con all’interno 100 ragazzi, con animatori che sorvegliano bambini di fascia di età dai 4 ai 10 anni e, cosa più faticosa, gestire genitori e nonni che si lamentano della con-presenza dei disabili nei momenti di gioco e di attività.

Per fortuna la maggior parte dei partecipanti ha vissuto l’integrazione e la socializzazione come qualcosa di normale e anche i più scettici alla fine hanno ringraziato per aver dati ai figli “l’occasione di vivere e conoscere la disabilità come una situazione di normalità”.

I bambini, molto più degli adulti, hanno saputo gestire la diversità, rilassati e desiderosi di approcciarsi ai loro compagni disabili. L'esperienza si è conclusa con il musical “Aggiungi un posto a tavola” a rappresentare proprio l’accoglienza del mondo dei disabili al mondo dei normodotati.

Tutto ciò non si sarebbe potuto realizzare se non ci fosse stato il contributo volontario di oltre 30 ragazzi animatori che hanno sostenuto l’attività del Grest e l’aiuto concreto di Mons. Salvatore Zagarella.