Rio 2016, tutti a tifare i superatleti Azzurri

Undici giorni di festa e sport, in cui tifare rigorosamente i nostri superatleti azzurri. In programma dal 7 al 18 settembre a Rio de Janeiro, le Paralimpiadi sono state un evento sportivo di altissimo livello, capace di emozionare milioni di spettatori in tutto il mondo. Quest’anno hanno partecipato alla competizione 4350 atleti provenienti da 176 Paesi: una festa, una competizione sportiva di prim'ordine che vede gareggiare atleti con disabilità, chiamati a superare i propri limiti. I titoli in palio per l’edizione 2016 sono 528: 226 donne, 264 uomini e 38 misti.

Imponente la delegazione degli azzurri volati a Rio per le competizioni paralimpiche. Le Paralimpiadi di Rio de Janeiro hanno visto la partecipazione di 94 atleti della squadra degli azzurri (38 donne e 56 uomini), divisi nelle 14 discipline: atletica leggera, canoa, canottaggio, ciclismo, vela, triathlon, tennis in carrozzina, tennistavolo, scherma in carrozzina, tiro con l'arco, equitazione, nuoto, powerlifting e tiro a segno. Capo missione è stato il Segretario generale del CIP, Marco Giunio De Sanctis, mentre la portabandiera della Squadra azzurra è stata Martina Caironi.

Le storie di questi atleti sono storie eccezionali. A partire da Martina Caironi, la portabandiera azzurra, giovanissima sprinter bergamasca che ha già saputo incidere il proprio nome tra quelli dei maggiori esponenti dello sport italiano. Ragazza solare, classe 1989, alcuni anni fa rimase coinvolta in un incidente stradale che le ha causato l’amputazione della gamba sinistra all’altezza del femore. Non si è arresa anzi ha dato il meglio di sé nello sport, tanto da debuttare in maniera straordinaria: a Londra 2012 ha vinto la medaglia d’oro e ottenuto il record mondiale nei cento metri. Della sua difficoltà ha fatto un punto di forza e senza mai mollare si è guadagnata il titolo di unica donna ad aver abbattuto il muro dei 15 secondi sulla distanza dei 100 metri, ai mondiali di Doha, quando ha fissato il cronometro sui 14’61 secondi. Uno dopo l’altro sono caduti giù come birilli sei primati iridati: tre nei 100 metri T42, e tre sulla distanza doppia dei 200 (31’ 73 il tempo agli Open di Berlino 2015). Importanti i nomi nella squadra del ciclismo, guidata dallo straordinario Alex Zanardi, già vincitore della medaglia d’oro a Londra 2012 sia nella cronometro che nella prova su strada. È uno tra i volti più belli dello sport italiano. L’ex pilota automobilistico è oggi uno straordinario atleta di paraciclismo, vincitore di innumerevoli medaglie d'oro in tutte le ultime competizioni mondiali. Un esempio per tutti, per la sua forza di volontà e per l'approccio sempre positivo e “leggero” alla vita e alle difficoltà che questa può presentare.

 

Stretta di mano tra AIAS e Special Olympics

Mentre il mondo dello sport scaldava i muscoli in vista delle Olimpiadi e Paralimpiadi del Brasile – andate in scena tra agosto e settembre – numerosi atleti italiani sono stati impegnati in un ricco calendario di appuntamenti su tutto il territorio nazionale per Play the Games 2016 organizzata da Special Olympics. Un appuntamento quest’anno ancora più importante per AIAS perché la manifestazione ha preso il via dopo la stretta di mano tra le due associazioni. “AIAS e Special Olympics giocano da tempo nello stesso campo, era ormai giunto il momento di fare davvero squadra insieme”, spiega soddisfatto Gaetano Santonocito, Direttore Generale di AIAS Monza, delegato da AIAS Nazionale per la partnership con Special Olympics. “L’accordo raggiunto non fa che formalizzare un impegno comune a favore delle persone con disabilità che ci lega da anni – aggiunge – Molti atleti Special Olympics sono da tempo parte della famiglia AIAS e le nostre recenti esperienze nel mondo del golf con il Green Monza Golf Club hanno rafforzato ulteriormente questo legame. L’obiettivo principale di questo patto ancora tutto da concretizzare è fare di più e meglio quello che già facciamo, coniugando le esperienze locali con quelle a livello nazionale: da un lato una maggior collaborazione con Special Olympics ci potrà fornire indicazioni circa la possibilità di trarre nuovi vantaggi nella pratica riabilitativa dallo sport, d’altro canto la riabilitazione stessa può, se praticata in ambito sportivo, arricchirsi anche di una valenza di socializzazione”.

Giocare in squadra, insomma, può dare tantissimo ad entrambe le realtà. Per comprenderlo al meglio scopriamo qualcosa di più su Special Olympics. Special Olympics nasce nel 1968 negli Stati Uniti su iniziativa di Eunice Mary Kennedy Shriver, sorella di John Fitzgerald Kennedy. Si tratta di una realtà che ben presto assunse carattere internazionale come programma di allenamento sportivo e competizioni atletiche per ragazzi ed adulti con disabilità intellettiva. Nel mondo oggi sono oltre 170 i Paesi che adottano il programma Special Olympics. Ogni anno una rappresentativa italiana viene chiamata a partecipare alternativamente ai Giochi Mondiali (Invernali o Estivi) o a quelli Europei. Si calcola che nel mondo ci siano ben 4.427.447 atleti Special Olympics, uniti dal giuramento: “Che io possa vincere, ma se non riuscissi, che io possa tentare con tutte le mie forze”.

La differenza tra Special Olympics e Paralimpiadi è nello spirito, nel carattere. Special Olympics è un movimento riconosciuto dal Comitato Olimpico Internazionale, così come il Comitato Paralimpico, ma le due sono organizzazioni sono separate e distinte poiché agiscono secondo differenti premesse. Mentre il Comitato Paralimpico opera coerentemente con i criteri dei Giochi Olimpici con gare competitive riservate ai migliori, Special Olympics è un programma educativo, che propone ed organizza allenamenti ed eventi solo per persone con disabilità intellettiva e per ogni livello di abilità. Le manifestazioni sportive sono aperte a tutti e premiano tutti.

“AIAS e Special Olympics conseguono da sempre obiettivi complementari e l’accordo stretto non è che la naturale prosecuzione in un legame che dura nel tempo per essere sempre più utili a supporto delle persone con disabilità”, ha detto Maurizio Romiti, Presidente di Special Olympics Italia. “Ad oggi siamo presenti in tutte le Regioni italiane e in oltre la metà delle province, ma la collaborazione con AIAS può garantirci una miglior penetrazione e capillarità sul territorio, dando vita vicendevolmente ad un’importante occasione per crescere insieme”. Una crescita che le due associazioni hanno già iniziato a programmare con una ricca lista di progetti da sviluppare insieme nei prossimi anni. “Tra questi, la formazione giocherà sicuramente un ruolo fondamentale perché solo grazie a personale specificamente formato sarà possibile progredire e portare valore e innovazione. In più, abbiamo individuato bandi regionali ed europei a cui partecipare in tandem, facendoci forti del gioco di squadra”.

Realtà in continuo movimento, AIAS e Special Olympics non condividono solo l’impegno sociale, ma anche tratti come il dinamismo, la voglia di collaborare e sperimentare, coinvolgendo non solo i giovani ma anche gli adulti, dando loro stimoli sempre nuovi. Per continuare, davvero e sempre a crescere insieme.

(a cura di Francesca Saporiti - Redazione Prove di Volo)