Tanti riconoscimenti per i rappresentanti della Sezione AIAS di Trieste e numerose iniziative che l'hanno vista coinvolta negli ultimi mesi.
Mercoledì 6 aprile la dott.ssa Serena Zacchigna, socia AIAS e figlia della Presidente Claudia Marsillio, è stata insignita del “Premio di Vetro - Elca Ruzzier” per la sua attività di ricerca in campo medico. La cerimonia si è svolta nella sala consiliare del Comune di Trieste alla presenza delle autorità cittadine. Il “Premio di Vetro”, onorificenza cittadina istituita dalla Commissione Pari Opportunità del Comune, è finalizzato alla valorizzazione di figure di donne triestine appartenenti al mondo della cultura, dell’arte e dello sport. Premiata in quanto “esempio di donna nella scienza e nella innovazione”, Serena Zacchigna lavora come ricercatrice all’ICGEB presso l’Area di Ricerca di Trieste, occupandosi di biologia molecolare e genetica, particolarmente rivolta allo sviluppo di terapie innovative per le malattie cardiovascolari. Nel suo discorso Serena ha sottolineato l’enorme importanza di Trieste nel panorama scientifico, in quanto polo di eccellenza nella ricerca nelle terapie, auspicando una rapida ed efficace traslazione dei risultati della ricerca sul mercato e all’applicazione clinica.
Lo scorso 8 maggio al Palazzo dei Congressi di Grado si è svolta inoltre la cerimonia per conferire il “Premio regionale della Solidarietà 2016” promosso dalla Consulta territoriale “Bassa Friulana-Isontina” di coordinamento delle associazioni delle persone con disabilità e delle loro famiglie, con la collaborazione del Centro Servizi Volontariato Friuli Venezia Giulia e della Fondazione Cassa di Risparmio di Gorizia, con il patrocinio di Regione Friuli Venezia Giulia, Provincia di Gorizia e Comune di Grado. Gli onori di casa sono stati fatti dal vice Presidente della Consulta regionale delle associazioni di disabili Mario Brancati che, con un suo breve saluto, ha evidenziato come la Regione si sia da sempre distinta nell’ambito della solidarietà e dell'integrazione. La cerimonia è proseguita con i saluti portati dal dottor Vincenzo Zoccano, presidente della Consulta regionale delle associazioni di disabili, che ha sottolineo l’importanza di fare rete fra mondo della disabilità ed istituzioni, perché solamente in questo modo si potrà concretizzare una vera inclusione del cittadino, in quanto prima della disabilità viene sempre la persona. Quest’anno la medaglia d’oro è stata conferita alle mamme dell’AIAS Trieste Onlus “per dedizione, solidarietà reciproca, combattività, altruismo, empatia verso ogni tipo di disabilità, nel loro lungo e instancabile impegno, sempre a fianco di tutti i figli”. La cerimonia si è conclusa con la mirabile ed entusiasmante esibizione del coro giovanile Freevoices di Capriva del Friuli, diretto da Manuela Marussi.
E lo stesso giorno a Trieste si è disputata la Maratona d’Europa, prestigiosa competizione internazionale affiancata dalla cosiddetta Mezza Maratona o Maratonina, conosciuta più affettuosamente con il nome di Bavisela, che in dialetto triestino significa brezza, alito di vento. La manifestazione comprende due tipi di competizioni: una gara vera e propria riservata agli atleti provenienti da tutto il mondo, e un’altra non competitiva aperta a tutti, alle famiglie ed ai gruppi, detta Bavisela Family.
Il cordone umano festante e colorato di quasi 6.000 persone della Family, correndo o camminando, ha percorso il tragitto dal Castello di Miramare a piazza dell’Unità d’Italia, poco meno di 10 km, costeggiando tutto il litorale triestino senza automobili e gas di scarico, e ammirando le bellezze naturali della bianca roccia carsica da un lato ed il mare cristallino dall’altro. Nell’ultimo tratto di gara, prima dell’arrivo nel cuore della città, in piazza dell’Unità d’Italia i partecipanti alla kermesse sportiva hanno potuto fare un breve tour nella storia della città, dai magazzini del porto vecchio di memoria austro-ungarica, alle bellissime facciate dei palazzi del centro storico, alcuni di questi affacciati sul mare.
Come consuetudine ormai da diversi anni, l’AIAS Trieste ha voluto rinnovare la sua presenza alla Bavisela con la partecipazione di un gruppo di soci disabili e non. La manifestazione si è conclusa con una grande festa allestita al traguardo in piazza dell’Unità d’Italia, dove si sono svolte le premiazioni per tutti. Fra i primi “campioni” anche un socio AIAS che, pur con qualche difficoltà e una notevole fatica fisica, ha voluto dimostrare il suo impegno e il suo desiderio di non mollare mai.
Infine, sabato 11 giugno, nella Sala espositiva di via Boccardi messa a disposizione gentilmente dalla signora Paola Crismani, si è svolta l’inaugurazione della mostra “Si può… Tanti per Tutti”, organizzata dalla Sezione AIAS di Trieste con la collaborazione della fotografa Olga Micol, su progetto della FIAF, la Federazione Italiana delle Associazioni Fotografiche. Il progetto “Si può… Tanti per Tutti”, si colloca in un percorso che coinvolge i Centri Servizi del Volontariato attivi in Italia, per far conoscere a livello nazionale l’importante lavoro delle realtà associative che si occupano di disabilità, attraverso suggestive fotografie di normale quotidianità. Il discorso inaugurale della dott.ssa Laura Famulari, assessore alle Politiche Sociali del Comune di Trieste, ha evidenziato come queste iniziative aiutino a superare i pregiudizi e le diffidenze nei confronti della disabilità, auspicando così una costante e duratura collaborazione fra istituzioni e mondo del volontariato. Gli scatti di Olga Micol, presenti in questa mostra, parlano con estrema dolcezza di momenti dedicati ai massaggi, di allegria effervescente nelle attività di svago, di impegno e felicità nelle attività sportive. L’uso sapiente e ben strutturato del bianco e nero dona parola agli sguardi e potenza espressiva alle gestualità, mutando l’intero itinerario fotografico da visivo a viaggio d’ascolto nel silenzio. Osservando da vicino questa meravigliosa serie di “bianchi e neri”, attraverso gli occhi e le espressioni dei soggetti ritratti, si potranno udire le voci delle loro anime. Voci che molto spesso passano inascoltate.